Sulle Spiagge Salentine, la Vita Rinasce: I Nidi Segreti delle Tartarughe
Il Salento, terra di sole, mare cristallino e ulivi secolari, è non solo una meta turistica ambita, ma anche un ecosistema vitale per numerose specie marine. Tra queste, le tartarughe marine, trovano nelle coste salentine un ambiente favorevole per la loro riproduzione. La loro presenza è un indicatore importante della salute del nostro mare, e la loro protezione è una priorità assoluta.
Come riconoscere un nido di targarughe marine
Ogni estate, tra giugno e agosto, le femmine di tartaruga emergono dalle profondità marine del Salento per deporre le loro uova sulle spiagge sabbiose. Questo è un momento cruciale e delicatissimo per la sopravvivenza della specie. Un nido di tartaruga marina è molto più di una semplice buca nella sabbia: è la promessa di nuova vita. Ogni nido può contenere decine di uova, dalle quali, dopo circa 50-70 giorni di incubazione naturale, emergeranno piccoli di tartaruga. Queste minuscole creature, lunghe pochi centimetri, affronteranno subito la loro prima grande sfida: raggiungere il mare. La scoperta di un nido è sempre un evento emozionante e di grande rilevanza. Grazie all'impegno di associazioni ambientaliste, volontari e talvolta anche di turisti attenti, sempre più nidi vengono individuati e messi in sicurezza. È fondamentale, infatti, che questi siti siano protetti da eventuali minacce, siano esse naturali o umane.
I nidi di Caretta Caretta trovati - ESTATE LUGLIO 2025
Le spiagge della costa ionica leccese si confermano, anche quest’anno, tra le mete preferite dalla tartaruga marina Caretta caretta per la deposizione delle uova. Con oltre 40 nidi già individuati, in particolare nel tratto compreso tra Ugento e Salve, il Salento si riafferma come un habitat ideale per questa specie protetta.
Come ogni estate, la natura compie il suo ciclo: le tartarughe madri emergono dal mare, risalgono il bagnasciuga e scavano nella sabbia per affidare al calore del sole la vita futura dei propri piccoli. Dopo settimane di attesa, si assiste a un evento emozionante: minuscole tartarughine sbucano dalla sabbia e, spinte solo dal loro istinto, si dirigono verso il mare per iniziare la loro avventura nell’oceano.
Attualmente sono 44 i nidi censiti nel territorio della provincia di Lecce, come riferisce Piero Carlino, direttore del Centro di recupero tartarughe marine di Calimera.
Gli esperti e i volontari del centro sono impegnati sin da giugno in attività di monitoraggio, protezione e catalogazione dei nidi.
Le spiagge di Ugento risultano tra le più attive: nove nidi sono stati individuati a Torre San Giovanni (sei dei quali nella spiaggia del campeggio “Riva di Ugento”), 11 a Lido Marini e quattro a Torre Mozza.
Anche Salve si conferma zona di intensa nidificazione con sette nidi a Torre Pali e dieci a Pescoluse.
Altri nidi sono stati scoperti a Punta Prosciutto (Porto Cesareo) e a Marina di Felloniche (Patù), mentre l’unico della costa adriatica si trova a Casalabate.
Il primo nido è stato individuato il 13 giugno a Torre San Giovanni. Da allora, segnalazioni alla Capitaneria di porto e al Centro di Calimera si sono susseguite senza sosta.
Fondamentale è l’apporto dei volontari Seaturtle Watcher, che collaborano al monitoraggio e alla messa in sicurezza dei nidi, spesso con il supporto delle strutture turistiche.
Sulle spiagge di Salve operano anche i volontari di Legambiente. Nel tempo, attorno a questi eventi si è sviluppata una forte coscienza ambientale tra turisti e residenti, che si sentono parte attiva nella tutela delle tartarughe. Le notti delle schiuse sono ormai diventate veri e propri eventi comunitari: momenti unici in cui adulti e bambini possono vivere da vicino la magia della vita che si rinnova, ammirando le piccole tartarughe che, appena nate, si avventurano verso il mare guidate soltanto dal proprio istinto.
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Come tutelano la sopravvivenza delle targatughe marine?
Per garantire la sopravvivenza delle tartarughe marine nel Salento, sono nati e operano con dedizione diverse Oasi e Centri di Recupero. Le Oasi sono il fulcro di attività di monitoraggio costante delle coste, finalizzate all'individuazione di nidi e al censimento delle nidificazioni. Attraverso la ricerca scientifica, si raccolgono dati preziosi sulla biologia e sul comportamento di queste specie, essenziali per mettere a punto strategie di conservazione efficaci. Una volta individuato un nido, le Oasi intervengono per delimitarlo e segnalarlo, spesso con l'installazione di recinzioni protettive e cartelli informativi. In alcuni casi, se il nido si trova in una posizione a rischio ad esempio; troppo vicino alla battigia o in un'area ad alta frequentazione, si procede alla sua traslocazione in un luogo più sicuro. Le Oasi fungono anche da centri di primo soccorso per tartarughe marine ferite o in difficoltà. Spesso, questi animali vengono trovati in mare o spiaggiati a causa di impatti con imbarcazioni, ingestione di plastica, intrappolamento in reti da pesca o malattie.
Nei centri di recupero, le tartarughe vengono curate, riabilitate e, una volta in salute, restituite al loro ambiente naturale. Un aspetto cruciale del lavoro delle Oasi è la promozione della consapevolezza e dell'educazione ambientale. Attraverso visite guidate, laboratori didattici e campagne informative, si cerca di coinvolgere la cittadinanza, i turisti e soprattutto le nuove generazioni, rendendoli partecipi della salvaguardia di questi meravigliosi animali. L'obiettivo è instillare un senso di responsabilità collettiva verso il mare e le sue creature. I centri si occupano anche della gestione degli spiaggiamenti di tartarughe, sia vive che purtroppo decedute, raccogliendo dati utili per comprendere le cause di mortalità e migliorare le misure preventive. Le tartarughe marine sono un simbolo di resilienza e un indicatore prezioso della salute dei nostri mari. La loro presenza nel Salento è un dono che dobbiamo custodire con cura, affinché le generazioni future possano continuare ad ammirare questi magnifici animali del mare. La tutela delle tartarughe marine è un impegno che riguarda tutti noi. Anche un piccolo gesto può fare la differenza.


